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Intervista

Molley May

Disegnatrice londinese, amante dell'arte in tutte le sue forme e ricercatrice di storie intime e personali. Questi sono i tratti distintivi di Molley May, una giovane illustratrice romantica e sincera, che in questa intervista ci parla di lei, del suo modo di concepire il disegno e del suo punto di vista sul panorama artistico moderno. Continuate a leggere per saperne di più!

Ciao Molley! Vorrei cominciare col chiederti come è iniziata la tua carriera, e come è sbocciato il tuo amore per il disegno. Puoi dirci qualcosa a tale proposito?

Come pressoché tutti i disegnatori e gli artisti prima di me, ho iniziato a disegnare non appena ho potuto tenere in mano una matita, quindi è da sempre una parte integrante di me, quanto basta da sapere che, nonostante tutto, avrei disegnato, che fosse diventata la mia carriera o meno.

Molley May

Per me, le storie più interessanti sono quelle calme e intime, quei momenti spesso non visti che accadono tra le persone.

La maggior parte dei tuoi disegni ritrae storie e situazioni. Hai detto che ami osservare la gente. Quali sono, secondo te, le storie più interessanti da osservare e disegnare?

Per me, le storie più interessanti sono quelle calme e intime, quei momenti spesso non visti che accadono tra le persone. Amo osservare coppie e sconosciuti interagire tra loro e sono anch'io molto consapevole delle mie relazioni. Ho una fissazione per l'amore romantico in particolare, e scrivo dei lunghi pezzi sulle mie esperienze personali nel mio diario. La maggior parte delle cose che ho fatto quest’anno è stata ispirata dal mio diario/dalle mie esperienze personali.

La tua passione per i fumetti è evidente. Che tipo di fumetti leggi? Pensi che anche loro possano essere considerati arte?

Adoro i fumetti e penso che, al momento, la gente si stia impegnando al massimo per renderli ciò che sono, e lo trovo molto eccitante. Il più delle volte, alle fiere scelgo dei piccoli fumetti fatti a mano, un paio dei miei preferiti di quest'anno sono di Peony Gent, che è anche l'illustratrice dell'anno allla House of Illustration, e l'incredibile ed emozionale fumetto di Molly Fairhurst.

C’è un grande pittore o artista da cui prendi ispirazione?

Per qualche imbarazzante ragione, mi sono appassionata alla pittura classica solamente quest'anno. Sono andata alla mostra di Pierre Bonnard alla TATE Modern, e l'ho trovata profondamente ispirante. Comunque, la maggior parte delle volte vengo ispirata da artisti contemporanei; quest’anno, ho anche amato la serie di film di Mark Leckey che erano in mostra alla TATE Britain, ne avevo già visto uno alla mostra dei Joy Division a Manchester, ma mi ero scordata di averlo fatto: questo senso di déjà vu si è aggiunto alle inquietanti e mistiche atmosfere da cui prendo spunto attraverso le sue opere.

Ho notato che alle volte usi i colori e a volte, no. Quale modo di disegnare preferisci, e perché?

Non credo di preferirne uno; agli inizi, mi focalizzavo principalmente sul colore, ma poi mi sono accorta che ciò andava a scontrarsi col tipo di immagine che volevo realizzare, per cui ho abbandonato il colore, e mi sono concentrata sulle linee e i toni. Sto tutt’ora cercando di combinare queste due cose, ma individualmente mi danno sensazioni diverse.

Pensi che, col tempo, farai evolvere il tuo stile o ne adotterai uno del tutto differente?

Sì, decisamente, penso che il cambiamento e gli sviluppi siano naturali e utili. Sento che un cambiamento si è già verificato nel corso degli ultimi sei mesi. È eccitante!

Qual è la tua opinione sul disegno e l'arte visiva in generale? È ancora rilevante nel 2019? Credi che questo tipo di arte sopravviverà negli anni e continuerà a essere apprezzato?

Per me, il disegno è essenziale in tutte le pratiche artistiche. Sono stata a un talk di George Shaw e lui ha raccontato di come, quando ero bambino, suo padre indicò degli oggetti nel soggiorno, dicendo: 'Ad un certo punto, tutte queste cose sono state disegnate da qualcuno’. Credo che ciò riassuma la sua importanza in maniera efficace.

Parlando di un’arte più moderna, cosa pensi, ad esempio, delle illustrazioni digitali o delle installazioni interattive/digitali, ora sempre più frequenti nelle gallerie?

Credo che, fin tanto che disegni in un modo che ti rende felice, vada bene così. Per quello che mi riguarda, trovo che il disegno digitale sia un po' troppo pulito, ma molti dei miei artisti preferiti lavorano così e producono opere straordinarie. Per quanto riguarda le installazioni digitali, le trovo interessanti e affascinanti , è un tipo di approccio al lavoro così diverso dal mio che non posso che rimanerne stupita.

Qual è il tuo rapporto con i social network? Ti piacciono? Trovi che siano una buona piattaforma per condividere la tua arte con gli altri?

Devo essere riconoscente ai social media, quindi per me non sono così cattivi, tuttavia c'è quel livello di pressione e aspettative di cui farei volentieri a meno!

Qual è la parte più bella del tuo lavoro? E quella più difficile?

Quella migliore riguarda l'incontrare gente meravigliosa e farci amicizia. Sono così fortunata da essere circondata da tanti altri artisti e illustratori che si vogliono bene. Quella più difficile è l'equilibrio, sia personale che finanziario; può essere complicato non isolarsi del tutto nel proprio studio o dare il massimo provando ad avere anche una vita sociale, un lavoro part-time e creare nuove opere.

Quali sono i tre momenti migliori della tua carriera fino ad ora?

Credo che l'aver realizzato e venduto il mio primo fumetto, ‘Magpies’, possa essere considerato un grande traguardo. Mi sono sentita altrettanto fortunata nell’essere selezionata per il premio Trinity Buoy Wharf Drawing, sempre di quest'anno, e infine sono anche stata nominata per il premio come fumettista rivoluzionaria!

Sei anche ispirata da altre forme d'arte, come la musica o la letteratura? Se sì, quali sono i tuoi musicisti/artisti preferiti? Cosa ti piace di loro?

Mi piacciono la musica, i film e i libri! Ascolto musica e vado spesso ai concerti, imparo molto dal vedere gente che lavora e fa qualcosa di stupefacente prima di condividerlo con gli altri. Visivamente, sono ispirata dal cinema, vivo nel Sud Est di Londra, dove ci sono molti cinema indipendenti in cui andare per vedere un film a sole 5 sterline, per cui ne approfitto! I migliori film che ho visto quest'anno sono ‘Annihilation’ e ‘Midsommer’; mi piacciono quelli a tema folk-horror.

Passando alla moda, mi descriveresti il tuo stile personale? Segui i trend, o c'è un brand in particolare che ammiri?

La moda mi piace, così come dedicarmi ai vestiti: il mio guardaroba è davvero pieno. Indosso capi vintage e prendo la maggior parte dei miei vestiti nei negozi di beneficienza. Sono cresciuta andando per negozi di beneficienza, con mia mamma, nei week end, ma sono anche consapevole di quanto il fast fashion sia dannoso per il pianeta. Non impazzisco per nessun brand in particolare, ma mi sto innamorando sempre di più di quei piccoli marchi artigianali, come quello di Gemma Rose, che fa maglie, o Heksie, che propone bluse perfette.

Hai dei must have che non possono proprio mancare dal tuo guardaroba?

Dr. Martens di sicuro, in quanto a scarpe non indosso praticamente altro. Gli stivali sono la mia più grande debolezza. Ho comprato il mio primo paio di Docs a 16 anni e da allora sono totalmente devota.

Qual è la tua ambizione più grande? C'è un sogno che vorresti realizzare e che ti renderebbe estremamente felice e orgogliosa?

Pensavo che il mio lavoro sarebbe finito il giorno in cui ho pubblicato il mio primo libro, ma adesso credo che, fino a quando mi sentirò in grado di impressionare la me stessa del passato, allora questo mi basterà.

Ho una fissazione per l'amore romantico in particolare, e scrivo dei lunghi pezzi sulle mie esperienze personali nel mio diario.