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Intervista

Marta Sanchez Castañeda

Una personalità eclettica: jetsetter, modella, stilista, fondatrice e direttrice creativa, ma soprattutto una radiante futura sposa. È Marta Sanchez Castañeda, che è stata così gentile da trovare il tempo per concedere un’intervista a TheCornerZine, nonostante la sua fitta agenda di viaggi e appuntamenti di lavoro. Continuate a leggere per scoprire la bella persona che si nasconde dietro alle sue meravigliose foto su Instagram (@martathegout)!

Innanzitutto, ti faccio i miei complimenti per aver fondato e lanciato il tuo marchio di abbigliamento! Parlami del processo di creazione di ‘Kids of Broken Future’.

Ho sempre saputo di voler lavorare nella moda. Ho iniziato a fare la modella a 18 anni, mentre studiavo fashion design alla BAU University di Barcellona. Ho avuto l’opportunità di viaggiare in tutto il mondo per lavoro e ho preso una pausa dall’università per trasferirmi in posti come la Cina, Hong Kong, Milano e Los Angeles. È una cosa che mi ha aiutato ad ampliare la mia visione del mondo della moda, essere più eclettica, incontrare molte persone interessanti e, soprattutto, definire il mio immaginario di creativa. Una parte di me è influenzata da ogni parte del mondo nella quale ho vissuto e questo emerge dalle mie collezioni. Dopo aver finito l’università, sono andata a New York e ho deciso di provare a lanciare il mio brand, che è diventato realtà grazie al mio incontro con Elbio e al lavoro che abbiamo fatto insieme.

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Non potrei vivere senza una giacca da uomo vintage e una felpa oversize.

Sono molto curiosa a proposito del modo in cui il nome ‘Kids of Broken Future’ è stato sviluppato. Da dove viene e quale significato vi sta dietro?

Il nome deriva dal mio progetto di laurea, che è stato sviluppato sul modo in cui la società del 2050 vestirà. Volevo rappresentare, in modo realistico, la società del futuro, uscendo dagli stereotipi utopistici o distopici che vediamo al cinema o in letteratura. E ho capito, dopo questa indagine, che il nostro futuro non sarà semplice (specialmente, se non facciamo qualcosa per impedirlo). KIDSOFBROKENFUTURE è un marchio che si focalizza sulle generazioni più giovani della nostra società, i ragazzi che vivranno nel futuro, in quel futuro interrotto.

Credi l’essere spagnola abbia influenzato il tuo brand in qualche modo?

Può darsi, non saprei davvero. Ho una mente eclettica. È da quando ho compiuto 19 anni che viaggio, da sola, in tutto il mondo e credo il mio brand sia influenzato da ogni esperienza e posto dove sono stata.

Cosa vedi nel futuro del tuo brand?

Fare eventi, per KIDSOFBROKENFUTURE, in tutto il mondo: LA, Milano, Berlino. Creare quella community che desideriamo essere. Per quanto riguarda il design, stiamo inoltre percorrendo un cammino volto all’ecosostenibilità e vogliamo avere una collezione 100% sostenibile in due stagioni: è il nostro piccolo contributo, per un mondo migliore.

Se potessi, cosa cambieresti dell’industria della moda? E perché?

Non so se cambierei qualcosa. Ci sono aspetti negativi, come il fast fashion, lo sfruttamento e la sovrapproduzione, ma credo il mondo sia sul punto di cambiare. Tutto sta cambiando, e con esso l’industria della moda, la gente è più consapevole di ciò che sta accadendo e vi si oppone attivamente. Stiamo già vivendo con grandi cambiamenti che hanno completamente riformato il sistema della moda. In prima battuta Instagram, nel quale comunichiamo in quanto persone singole e marchio. Attraverso ciò, la moda non appartiene più a un piccolo ambiente borghese: ora, è cosa dei giovani. È stata, per molte decadi, nelle mani di una borghesia, e questo non è mai cambiato perché la nostra struttura sociale ha fatto sì rimanesse tale. Fino a questo momento, nel quale anche i giovani vogliono sentirsi parte del mondo della moda. Vogliono cercare, consumare, reagire e parlarne, anche senza essere presenti alle sfilate o sul campo di battaglia.

Hai mosso i primi passi nel mondo della moda come modella, ma hai un background e una laurea in Fashion Design della Bau University of Design. Dimmi, hai sempre saputo di voler diventare una designer? Quando l’hai realizzato?

In realtà, ho intrapreso la carriera di modella mentre iniziavo a studiare fashion design. Lì ho realizzato, per la prima volta, che il mondo della moda era quello nel quale volevo lavorare. Ho iniziato a studiare fashion design, ma con l’intenzione di lavorare nell’ambito della comunicazione, come editor in una rivista o stylist. Il voler fare la designer e avere un mio brand è venuto dopo. Quando ho terminato il progetto finale, ho realizzato che, nell’ideare una collezione, l’intero processo creativo e di ricerca è molto intenso, ma vale tutti gli sforzi. In quel momento, mi sono resa conto che era quello che volevo fare.

In che modo è iniziata la tua carriera da modella?

È un momento che mi provoca molto imbarazzo (Ride, N.d.R.). È un cliché, ma è il modo in cui è successo. Ero in discoteca con degli amici, avevo 17 o 18 anni e un ragazzo mi ha approcciato, chiedendo se fossi una modella. Gli ho detto “NO”, girandomi e pensando volesse flirtare con me. Lui si è reso conto del mio atteggiamento, credo, perché ha proseguito, dicendo: “Sono gay, non voglio flirtare con te, ma ho un’agenzia di modelle e, se sei interessata, questo è il mio bigliettino da visita”. Se volete saperne di più, sono andata nella sua agenzia, ho iniziato a lavorare con loro a Barcellona e ho poi viaggiato intorno al mondo.

Essendo una modella, devi rimanere in forma. Dimmi, come fai a essere così attiva e mantenere un fisico tonico? C’è un qualche programma di fitness che segui?

Cerco sempre di mangiare in maniera salutare, anche se qualche volta è difficile, viaggiando così tanto. Provo ad andare in palestra almeno due o tre volte la settimana, ci andiamo anche quando siamo in viaggio. È un buon modo per combattere il jet lag e, soprattutto, ti fa sentire meglio…amo quella sensazione! Non faccio nessuna dieta: a casa cucino, e cucino sempre in maniera salutare. Anche se non siamo vegani/vegetariani, a casa non mangiamo carne. È un modo per non esagerare con alcuni cibi che non fanno molto bene. Quando viaggiamo, è sempre più difficile controllare quello che mangiamo, ma cerco di scegliere bene e compensare con l’allenamento.

Grazie alla tua carriera di modella, hai avuto modo di viaggiare e vedere il mondo. Qual è la tua città preferita fra quelle che hai visitato?

Ho vissuto in Cina, Hong Kong, Milano, Parigi, Los Angeles, New York…e ho visitato molte città per lavoro. Non so se ho una città preferita, ogni città ha rappresentato una diversa e magnifica esperienza: in quanto modella, ho apprezzato ogni singolo viaggio. In questo momento, ho sempre di più LA nella testa. Credo sia una città chiave per la moda e mi piace anche l’atmosfera, la gente e il modo di vivere.

Sei di Barcellona, ma ora vivi a Milano. Cosa ti manca di più della tua città natale? E cosa ti ha spinto a trasferirti a Milano?

Quello che mi manca di più sono i miei amici (anche se alcuni di loro si sono trasferiti a Milano) e, in particolar modo, il mare. I miei posti preferiti sono quelli dove andavo a mangiare o bere un bicchiere di vino dopo il lavoro. Per me, quella è pace. Provo ad andare lì spesso e godere di quei piccoli momenti. E mi sono trasferita a Milano per amore. Il mio fidanzato Elbio è per metà italiano e per metà argentino, lui è nato e cresciuto a Milano. Mi sono trasferita qui dopo un mese e mezzo di frequentazione. Mi sono innamorata facilmente e per lui non è stato difficile convincermi (Ride, N.d.R.).

Cosa pensi dei social network? Sei una persona molto attiva sui social? Qual è il social network che usi di più e perché?

Credo i social network siano una buona vetrina sia per un brand che per me, in quanto designer o ‘modella’. Per un marchio, è il miglior modo per farsi conoscere, promuovere il brand e interagire con la propria audience. Nel mio caso, mi consente di entrare in contatto con i marchi in un modo diverso. Non lavoro più come modella, ma ora i brand sono alla ricerca di qualcos’altro: cercano profili che li rappresentino e che abbiano qualcosa da raccontare, è lì che io entro in scena. E sì, sono una persona molto attiva su Instagram, la considero parte del mio lavoro: gestisco sia l’account Instagram @kidsofbrokenfuture che il mio (@martathegout), ma Instagram è l’unico social che uso al momento.

Parliamo di moda. Come descriveresti il tuo stile?

Non c’è una sola parola che possa descrivere il mio stile. Penso sia un po’ eclettico, come me. Amo indossare gli abiti del mio ragazzo (pantaloni, T-shirt, camicie e giacche) e anche avere un approccio sexy, femminile. Potrebbe essere definito come ‘sexy, femminile e con un tocco da ragazzo’ (Ride, N.d.R.).

Qual è il capo senza il quale non riusciresti a vivere?

Non potrei vivere senza una giacca da uomo vintage e una felpa oversize.

C’è un trend, fra quelli che sono tornati di moda, che ti piace in modo particolare?

Amo il nuovo mix di completi e abiti sportivi. Per me, un look perfetto si costituisce di una giacca da uomo, una felpa oversize (di KIDSOFBROKENFUTURE, ovviamente) o una T-shirt, i jeans del mio ragazzo e un paio di sneakers alla moda. Amo giocare, mescolando una giacca da completo maschile con ogni cosa; con un abito formale per un party o un evento, con un look sportivo, o anche da sola, come vestito da indossare con i tacchi.

Un’ultima cosa…chiudi gli occhi, cosa vedi nel tuo futuro prossimo?

Mi vedo a viaggiare con il mio fidanzato per lavoro, per il nostro brand. Mi vedo sposata, con l’uomo della mia vita, al Burning Man. Non realizzo ancora che mi sposerò fra pochi mesi! Ma sono emozionata e so che è la miglior decisione della mia vita.

È da quando ho compiuto 19 anni che viaggio, da sola, in tutto il mondo e credo il mio brand sia influenzato da ogni esperienza e posto dove sono stata.