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Intervista

Marcello Ascani

Classe 1997, Marcello Ascani è uno youtuber poliedrico. Sulle orme di un’Odissea contemporanea, i suoi vlogs narrano i suoi viaggi in giro per il mondo, equipaggiati di una videocamera sempre in modalità on, uno zaino leggero e tanta empatia. Tra abilità artistiche, dichiarazioni d’amore per Cina e Nord America, raccomandazioni utili alla sopravvivenza e momenti di disagio, scopriamo insieme la storia di un giovane errante, e molto ironico, capace anche di fornirci un bel consiglio contro gli haters del web.

Attualmente in qualità di travel youtuber eri nel mondo con la videocamera a portata di mano. Ma facciamo un passo indietro: i tuoi primissimi video erano dedicati allo speed drawing fino alla serie “My life is a cartoon”, in cui disegni e animazioni si accompagnano alla tua voce narrante. Raccontaci di quando la tua passione per il disegno è confluita in un canale Youtube.

Tutto è iniziato quando ho inaspettatamente deciso che sarei voluto diventare un pittore. Frequentavo il primo anno al liceo scientifico e, arrivato al secondo, decisi di cambiare scuola e iscrivermi al liceo artistico. Il nuovo indirizzo era molto diverso e molto meno stimolante di quanto mi aspettassi. Così ho deciso che per farmi notare avrei dovuto iniziare a disegnare su YouTube, il resto è storia…

Marcello Ascani

Ho iniziato con i disegni e ho imparato a fare animazioni scoprendo che amavo raccontare la mia vita e le mie storie. Poco dopo ho iniziato ad appassionarmi anche ad altri tipi di video e ho imparato a riprendere la mia vita con la videocamera.

Dalle animazioni ai vlog il passo è stato breve. I tuoi diari di viaggio raccontano senza filtri e in modo scanzonato le tue avventure. Spiegaci come è maturato il proposito di sviluppare il tuo canale in questa direzione.

Avendo aperto il canale a 15 anni non potevo pretendere di iniziare con un tipo di contenuto e rimanergli fedele per sempre. Ho iniziato con i disegni e ho imparato a fare animazioni scoprendo che amavo raccontare la mia vita e le mie storie. Poco dopo ho iniziato ad appassionarmi anche ad altri tipi di video e ho imparato a riprendere la mia vita con la videocamera. Terminata la scuola superiore ho iniziato a viaggiare frequentemente e ho avuto sempre meno la possibilità di realizzare animazioni, così mi sono concentrato sui miei vlog. Ad oggi penso che siano un mezzo più efficace per raccontare la mia vita. Purtroppo alcuni video mi riuscirebbero meglio se realizzati in animazione (tutti quei video cosiddetti “spiegoni”); spesso mi ripropongo di realizzare nuove animazioni, ma non ho mai fisicamente il tempo di riprendere la tavoletta grafica.

Finlandia, Marocco, Canada, Giappone, Indonesia...chi più ne ha più ne metta. Sono solo alcuni dei tuoi viaggi (fino ad ora!). Immagino possa essere difficile stilare una classifica. Ma, in tutta onestà, quali sono state le mete che più ti hanno riempito il cuore?

I viaggi che ho preferito sono stati quelli in Cina, Canada e California (stranamente tutti e tre iniziano con la stessa lettera). Non penso sia tanto merito delle mete in sé, ma quanto della modalità con cui ho viaggiato: zaino in spalla, da solo e per almeno un mese.

Da Occidente a Oriente, durante le tue spedizioni in giro per il mondo hai avuto modo di assaggiare le gastronomie locali. Parlando di esperienze culinarie, quali sono stati secondo te i top e i flop?

L’esperienza di cui mi vanto di più è stato l’assaggio del “balut” (pietanza tipica di molti paesi del Sud-est asiatico, ndr), un piatto che fa talmente senso da non poterlo descrivere adesso (scherzo, si tratta di uovo fecondato di anatra). La cucina che mi ha più sorpreso in positivo è stata quella cinese, seguita da quella giapponese. Mentre a Nuova Delhi ho tristemente scoperto che non amo molto la cucina indiana.

Nel video “10 cose che ho imparato in 4 mesi di viaggio” hai segnalato l’importanza di conversare con gli abitanti del luogo. Con quale cultura hai avuto più facilità di comunicazione e con quale più difficoltà?

Quasi tutti i paesi dove sono stato mi hanno stupito per la cordialità dei loro cittadini e la facilità con cui si possono stringere amicizie, gli Stati Uniti e il Canada in particolare. Varie volte è successo di chiacchierare con sconosciuti per poi scambiarci contatti e uscire insieme, alcuni li sento ancora. L’esperienza migliore però l’ho avuta in Cina: avevo perso il treno per andare a Shanghai, la città dove mi trovavo era completamente bloccata nel traffico e non potevo chiamare nessun taxi, l’app del mio telefono non rispondeva e dopo poco mi si è scaricato. La prima persona a cui ho chiesto aiuto è stata una studentessa delle scuole medie che tornava a casa. Quando ha capito quale fosse il mio problema ha chiamato la mamma chiedendogli di staccare da lavoro e accompagnarmi alla stazione. Un’ora dopo mi trovavo alla stazione del treno con mamma e figlia che mi salutavano (mi hanno addirittura comprato il biglietto per Shanghai). Dopo quell’esperienza ho scoperto che ogni richiesta d’aiuto in Cina è presa molto sul serio.

Prova ad associare a questi stati emotivi altrettanti luoghi che hai visitato: adrenalina – disagio – sorpresa – solitudine.

Adrenalina: Forse Dubai; sono stato in un mega parco divertimenti, non essendo abituato ho avuto una delle esperienze più adrenaliniche della mia vita…(ride, ndr).
Disagio: Sicuramente in India; non è facile relazionarsi con gli indiani, vieni fissato costantemente, il traffico è impossibile e non ci sono attimi di silenzio o di tregua dai continui clacson. Inoltre per ogni cosa bisogna contrattare e io non sono molto abile.
Sorpresa: Il Giappone merita sicuramente il primo posto per quanto riguarda il senso di sorpresa; non avendo visto nessun video a riguardo e non sapendo assolutamente nulla sul Giappone, nel momento in cui sono uscito dalla stazione della metro di Ueno (stazione collegata all’aeroporto) e ho visto per la prima volta Tokyo, è stato come sbucare su un altro pianeta, una sensazione meravigliosa!
Solitudine: Quando viaggio da solo spesso non ho problemi con il senso di solitudine, anche se parto da solo ho sempre incontrato qualcuno in tutte le mie mete, alcune volte italiani espatriati, altre volte ho fatto amicizia con la gente del posto. Questo non toglie che spesso (anche volontariamente) passo intere giornate da solo e provo un po’ di malinconia a vedere posti bellissimi senza nessuno con me. Non è una sensazione necessariamente negativa ma è la cosa più vicina alla solitudine che provo. Il mio primo viaggio a San Francisco è stato meraviglioso, mi sono innamorato della città, però le cose più belle le ho viste da solo e ho provato molto questa sensazione di malinconia.

Tutti questi viaggi ti hanno reso un cittadino del mondo, ma rimani pur sempre un romano doc. Che cosa ti manca di più della tua città quando ti trovi all’altro capo del mondo? E qual è la prima cosa che fai una volta rimesso piede a Roma dopo lunghi periodi
di latitanza?

Spesso mi manca il cibo buono… (ride, ndr). Alcune volte mi manca semplicemente la calma e la monotonia della mia vita romana. Quando torno di solito mi aspettano pizza e carbonara.

Il tuo canale Youtube è ironico e camaleontico. Ultimamente ha intrapreso un nuovo itinerario. Da cosa nascono i tuoi "Budget Vlogs” in cui parli di economia?

In realtà nei budget blog cerco di raccontare semplicemente la mia vita, ma sottolineando l’aspetto professionale e finanziario. Ho iniziato a trattare questi argomenti perché penso che siano trascurati in Italia e, vivendoli in prima persona, può essere molto utile per i miei coetanei vedere il mio percorso senza filtri e senza nascondere nulla.

I tuoi follower di Instagram superano i 135.000, mentre il tuo canale Youtube conta più di 350.000 iscritti. Che rapporto hai con le persone che ti seguono?

Le persone che mi seguono spesso mi scrivono come se già ci conoscessimo da molto tempo, io cerco di essere sempre gentile e ricambiare, sia in chat sia quando mi riconoscono dal vero. Lo scorso anno Blueberry, un tour operator, mi ha proposto di organizzare un viaggio a New York da fare insieme ai miei iscritti al canale. È stato un normalissimo viaggio organizzato, con la differenza che c’ero anche io e che i partecipanti seguivano tutti il mio canale (ci siamo divertiti come pazzi!). Quest’anno Blueberry mi ha proposto di farne un altro in Corea, non vedo l’ora!

Vivi in una società in cui la sovraesposizione mediatica del web spesso ha un costo elevato. Hai mai incontrato pregiudizi e critiche durante il tuo percorso?

Superati certi numeri è statistico che alcune persone ti criticheranno. Io sono abbastanza fortunato perché ho un pubblico molto maturo e intelligente, la maggioranza delle critiche che ricevo sono principalmente da parte di “hater” che quindi non scrivono razionalmente. Cerco sempre di essere gentile e approfondire le critiche costruttive, mentre i messaggi chiaramente distruttivi li ignoro (e nel caso siano divertenti li salvo, molto spesso sono così astrusi da diventare esilaranti!).

Ora rivelaci tutto sul tuo miglior outfit da giovane esploratore

Non sono molto bravo con la scelta degli outfit, ma da buon minimalista metto praticamente sempre le stesse t-shirt nere o bianche e un paio di pantaloni lunghi.

Consiglia qualche tips basilare per chi volesse viaggiare da solo e con la sola compagnia del proprio zaino

Ce ne sono tanti, il più importante secondo me è ricordarsi di parlare con i locali. Subito dopo al consiglio fondamentale: viaggiate leggeri!

Considerando la tua giovanissima età e il vulcano di idee che hai dimostrato di essere, quali sono le tue ambizioni future?

Mi piacerebbe nel futuro prossimo, entro 2 o 3 anni, avere la mia azienda e il mio team per produrre contenuti

Chiudiamo con uno spoiler. Quale sarà il tuo prossimo viaggio?

In ordine ti scrivo i viaggi organizzati per ora: Corea, Vietnam, Shanghai, New York. Poi forse diventerò ufficialmente un nomade.