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Intervista

Luciano Chiarello

Luciano Chiarello è uno dei makeup artist più bravi e affermati nel panorama della moda italiana e non. Ha lavorato con magazine importanti e per maison che fanno davvero sognare creando trucchi unici e originali. Noi di TheCornerZine l’abbiamo incontrato e abbiamo scoperto da dove nasce questo talento.

Ci racconti un po’ chi sei e come nasce la tua passione per il makeup?
Sono nato a milano il 10 Maggio 1985 da una famiglia con entrambi i genitori pugliesi. Nessuno dei due aveva velleità artistiche, ma entrambi dei grandi lavoratori che mi hanno insegnato cosa vuol dire fare fatica per ottenere quello che si vuole e tanti valori. Io sin dai primi ricordi avevo una forte creatività nel crearmi giochi da solo con qualsiasi cosa mi capitasse davanti. Non parlo di inventare storie con i giocattoli, ma crearmi i giochi stessi. Ricordo una volta di aver costruito una telecamera con una scatola di cartone, oppure scenette teatrali dove creavo dei personaggi e li impersonavo facendomi i costumi, la scenografia, il makeup ecc. Una volta, coinvolgendo mia sorella, avevo anche inscenato una scena del crimine con sangue, ferite…Vi lascio immaginare mia mamma al rientro dal lavoro. Comunque era tutta fantasia che correva nei miei pensieri e si sviluppava in diverse forme d’arte, ma mai avrei pensato potessi diventare un truccatore. Ho frequentato il liceo artistico e qui ho iniziato a conoscere, comprendere, usare, sperimentare tante cose diverse e capire che la pittura e tutto ciò che vi è legato, mi dava le soddisfazioni più grandi. Ho scoperto però a fine del mio percorso l’arte magica del makeup. Ho deciso cosi di avvicinarmi e provare a sperimentare un modo nuovo di dipingere su una base tridimensionale che non fosse il solito foglio o tela. Il primo giorno di scuola di makeup, con la prima provo assegnata, sembrò sarebbe stato un disastro. La seconda assegnazione, spronato dalla pessima riuscita della volta prima, andò benissimo e da li iniziai a capire quale sarebbe potuto essere il mio destino.

Fare e ancora fare. La pratica è la cosa migliore per apprendere e capire cosa ci piace, dove dobbiamo e possiamo migliorare, farsi ispirare da qualsiasi cosa.

Qual è stato il lavoro che ti ha reso più orgoglioso?

Tornando al racconto di prima, non posso non dire il secondo lavoro fatto all’inizio del corso di makeup. Ovviamente ero super orgoglioso di essere riuscito a riscattarmi e di aver fatto un ottimo lavoro anche se si trattava solo di sfumare dei colori tra loro. Un’altro lavoro che mi ha reso molto orgoglioso, ma che ha reso molto orgogliosi i miei genitori, è stata la mia prima cover di VOGUE con Poppy DeLavigne. Mai avrei pensato che sarei arrivato a quello perché non facevo questo mestiere da molto. Quando vidi la prova di cover, eravamo sul set e mi ricordo di avere avuto le lacrime. Oggi è incorniciata con tanto di dedica e ringraziamenti a casa dei miei.

C’è un artista o una celebrities con cui ti piacerebbe particolarmente lavorare?

Ci sono tanti artisti e celebrities che mi piacerebbe truccare, ma più che per truccarle sarebbe per farmi raccontare un po’ delle loro storie, su come hanno iniziato, su come si sono preparate per la parte di un film, come hanno deciso di intraprendere quel percorso oppure i pensieri che le hanno portate a scrivere una canzone. Racconti di vita che mi ispirerebbero poi il makeup da fare.

Qual e’ il miglior percorso che una persona deve fare per riuscire a diventare un bravo makeup artist come te?

Per intraprendere questo lavoro, bisogna avere tanta passione, osservare tantissimo e essere pronti a sacrificarsi molto. Sicuramente una scuola darebbe una base di quello che è il makeup e cosa sono e come si usano i prodotti. Poi il mio consiglio è quello di buttarsi a capofitto in tutto quello che si può fare, dallo shooting test con giovani fotografi o stylist, all’ assistenza di qualcuno che già fa parte di questo ambiente. Fare e ancora fare. La pratica è la cosa migliore per apprendere e capire cosa ci piace, dove dobbiamo e possiamo migliorare, farsi ispirare da qualsiasi cosa, non prendere ispirazioni solo da makeup che sono già stati fatti.

Qual è stato il lavoro che ti ha reso più orgoglioso?

Tornando al racconto di prima, non posso non dire il secondo lavoro fatto all’inizio del corso di makeup. Ovviamente ero super orgoglioso di essere riuscito a riscattarmi e di aver fatto un ottimo lavoro anche se si trattava solo di sfumare dei colori tra loro. Un’altro lavoro che mi ha reso molto orgoglioso, ma che ha reso molto orgogliosi i miei genitori, è stata la mia prima cover di VOGUE con Poppy DeLavigne. Mai avrei pensato che sarei arrivato a quello perché non facevo questo mestiere da molto. Quando vidi la prova di cover, eravamo sul set e mi ricordo di avere avuto le lacrime. Oggi è incorniciata con tanto di dedica e ringraziamenti a casa dei miei.

C’è un artista o una celebrities con cui ti piacerebbe particolarmente lavorare?

Ci sono tanti artisti e celebrities che mi piacerebbe truccare, ma più che per truccarle sarebbe per farmi raccontare un po’ delle loro storie, su come hanno iniziato, su come si sono preparate per la parte di un film, come hanno deciso di intraprendere quel percorso oppure i pensieri che le hanno portate a scrivere una canzone. Racconti di vita che mi ispirerebbero poi il makeup da fare.

Qual e’ il miglior percorso che una persona deve fare per riuscire a diventare un bravo makeup artist come te?

Per intraprendere questo lavoro, bisogna avere tanta passione, osservare tantissimo e essere pronti a sacrificarsi molto. Sicuramente una scuola darebbe una base di quello che è il makeup e cosa sono e come si usano i prodotti. Poi il mio consiglio è quello di buttarsi a capofitto in tutto quello che si può fare, dallo shooting test con giovani fotografi o stylist, all’ assistenza di qualcuno che già fa parte di questo ambiente. Fare e ancora fare. La pratica è la cosa migliore per apprendere e capire cosa ci piace, dove dobbiamo e possiamo migliorare, farsi ispirare da qualsiasi cosa, non prendere ispirazioni solo da makeup che sono già stati fatti.

Hai un motto? sei scaramantico?

Quello di non avere rimpianti e fare tutto quello che si vuole fare, seguire il proprio istinto e viversi giorno per giorno. Mia nonna diceva sempre: “Questa è la vita e noi dobbiamo viverla”. Sono scaramantico solo per alcune cose, forse le classiche il passare il sale di mano in mano, cappellino sul letto o passare sotto le scale. Ma devo dire che non ho scaramanzie legate al lavoro. Ogni volta è come una sfida per me che accetto dal momento in cui metto piede sul set e apro la mia attrezzatura per vincere la sfida della giornata.

Dove ti vedi tra 10 anni?

Tra 10 anni… vorrei vedermi in salute ovviamente e ancora con la stessa passione che mi fa gioire del mio lavoro, nonostante lo faccia da tanti anni. Ci sono tante cose poi che vorrei fare, ad esempio un brand mio di makeup, tante altre collaborazioni con gente creativa per creare immagini che possano diventare iconiche nel tempo e per farmi ispirare ancora di più dalle persone con la quale collaboro, viaggiare per lavoro e conoscere culture diverse, insomma tanto ancora.

Hai un motto? sei scaramantico?

Quello di non avere rimpianti e fare tutto quello che si vuole fare, seguire il proprio istinto e viversi giorno per giorno. Mia nonna diceva sempre: “Questa è la vita e noi dobbiamo viverla”. Sono scaramantico solo per alcune cose, forse le classiche il passare il sale di mano in mano, cappellino sul letto o passare sotto le scale. Ma devo dire che non ho scaramanzie legate al lavoro. Ogni volta è come una sfida per me che accetto dal momento in cui metto piede sul set e apro la mia attrezzatura per vincere la sfida della giornata.

Dove ti vedi tra 10 anni?

Tra 10 anni… vorrei vedermi in salute ovviamente e ancora con la stessa passione che mi fa gioire del mio lavoro, nonostante lo faccia da tanti anni. Ci sono tante cose poi che vorrei fare, ad esempio un brand mio di makeup, tante altre collaborazioni con gente creativa per creare immagini che possano diventare iconiche nel tempo e per farmi ispirare ancora di più dalle persone con la quale collaboro, viaggiare per lavoro e conoscere culture diverse, insomma tanto ancora.