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Intervista

Libby Schoettle

Da campagnola a ragazza di città, Libby Schoettle è la creativa poliedrica che sta attirando l’attenzione del mondo dell'arte con il suo alter ego ‘PhoebeNewYork’. L’abbiamo vista sui cartelloni pubblicitari, lungo le strade e sulle pareti degli edifici di New York. Siete curiosi? Conosciamo insieme Libby Schoettle attraverso quest’intervista rilasciata in esclusiva per TheCornerZine!

Libby, sei un'artista, una fotografa e una creativa a tutto tondo. Mi piacerebbe chiederti quale di questi titoli ritieni essere il più rappresentativo della tua persona, e chi è la Libby dietro a tutti quei titoli.

Direi un’artista di sicuro, perché mi servo di molte tecniche diverse tra loro nella mia fotografia, dove tutto si fonde insieme e, per me, questa è arte. Tuttavia, considero anche la fotografia stessa un’arte.

Libby Schoettle

Penso che il mio stile artistico sia prevedibile, ma anche imprevedibile con un certo grado di spontaneità. Non so mai cosa farò dopo.

Da una piccola città della Pennsylvania a New York. Diresti che la tua città natale ha avuto un impatto significativo sul tuo lato artistico?

Sì, senza capire la differenza tra una piccola e una grande città, non sarei mai stata in grado di esprimermi come faccio nella mia arte. Sono cresciuta in una fattoria, e tutte le esperienze che ho vissuto a contatto con la natura hanno davvero plasmato il mio equilibrio con New York. Non sarei quella che sono oggi senza avere quei ricordi della mia piccola cittadina su cui poter contare.

Sapevi che la direzione che avresti preso sarebbe stata in ambito creativo?

No, non avevo piani di quel tipo. Non sapevo nemmeno cosa fosse l'arte e ancora non lo so, so solo che mi completa.

Per curiosità, poiché la maggior parte degli artisti descrive il proprio stile in modo diverso rispetto allo spettatore, mi piacerebbe sapere come definiresti, con parole tue, il tuo stile artistico.

Direi un po’ di tutto, ed è quello che penso faccia funzionare la mia arte. Prendo spunto da ogni luogo, epoca ed emozione...penso che il mio stile artistico sia prevedibile, ma anche imprevedibile con un certo grado di spontaneità. Non so mai cosa farò dopo.

La tua biografia dice che le tue opere sono davvero decollate una volta che hai liberato la tua vulnerabilità attraverso un alter ego: Phoebe, conosciuta come "PhoebeNewYork". Raccontami di quei primi anni, di quando e dove è nata l'ispirazione per iniziare a creare i tuoi collage.

È stato meraviglioso trovare un modo per far sentire la mia voce, un posto dove esprimermi per la prima volta con parole che riflettevano una sensazione reale. I miei collage erano un po’ più grezzi all'inizio, stavo ancora cercando di capire cosa stessi facendo. Fin dall'inizio, ho sentito un'estrema libertà nel creare i miei collage e nel raccontare una storia come non ero mai stata in grado di fare, se non attraverso la scrittura.

Diresti che da allora la tua estetica è cambiata e si è evoluta?

Sì, assolutamente. Non potrei tornare alla vulnerabilità che avevo quando ho iniziato, ma faccio arte da molto tempo, e tutta quella pratica e disciplina hanno dato i loro frutti, portandomi a una visione di cui sono davvero entusiasta!

L'ispirazione è intorno a noi. Tuttavia, durante questi tempi difficili a causa del COVID, le persone si sono spesso sentite come se avessero perso la loro creatività. Hai provato anche tu questa sensazione? E come hai trovato nuovi metodi d’ispirazione?

Amo fare arte e cerco costantemente di trovare nuove tecniche per esprimermi attraverso di essa. Ho usato questo periodo durante la pandemia per trovare dei modi di evolvere e ancora più ragioni per fare quello che faccio. Cerco sempre di sfruttare il mio tempo al meglio, perché il tempo è tutto ciò che abbiamo, finché non ne abbiamo più. Quindi, sì, ho continuato a rimanere creativa durante il COVID.

Facciamo un tuffo nel passato lungo la tua carriera di successo: numerosi articoli in pubblicazioni internazionali, come Glamour Italia, collaborazioni con Victoria Beckham, Rag & Bone e altri marchi, e mostre personali in tutto il mondo. Per non parlare delle docu-serie più recenti di Canobie Films, in uscita nel 2021. Dimmi di più su queste esperienze. E cosa puoi condividere con noi riguardo alle prossime docu-serie?

Sono stati anni incredibili! Ogni esperienza ha portato una sua magia e mi sento fortunata ad aver fatto tutto quello che ho fatto fino ad ora. Voglio solo portare avanti il viaggio e prepararmi per la mia prossima mostra personale in un museo in Danimarca, della quale sono molto entusiasta. La docu-serie è stata l'esperienza più speciale. Ci ho lavorato per anni e sento che il regista, Jyll Johnstone, è stato in grado di mostrare tutti gli angoli di me stessa in quanto artista, il che non è facile. Il film parla della vita di un artista.

C’è un creativo, che sia nella moda, nella musica, nell'arte, nel teatro o nella letteratura, con cui avresti assolutamente amato collaborare?

André Courrèges, Andy Warhol, Keith Haring, Guy Bourdin, Helmut Newton, Comme Des Garçons, solo per citarne alcuni!

Quali sono stati finora i tre momenti clou della tua carriera?

La mia mostra personale alla Meredith Ward Fine Art nel 2007. È stata la mia prima vera introduzione al mondo dell'arte, e abbiamo anche organizzato l'after party da Elaine's! Poi, il primo giorno di riprese della docu-serie, quando la troupe è entrata nel mio appartamento, lì ho capito che stavo per recitare in un film e che qualcuno credeva davvero in me. Ultimo ma non meno importante, la collaborazione con Victoria Beckham: è stata un'esperienza spettacolare. Adoro quando qualcosa diventa quello che speravi sarebbe stato!

A partire da questo, come ti sei sentita nel vedere per la prima volta le tue opere esposte in una mostra personale, sulle riviste e come oggetto di collaborazioni?

Ho molta ansia e, sfortunatamente, a volte questo mi ostacola, specialmente con le mostre personali, anche se ho brevi momenti di felicità. È sempre tornando a fare arte che trovo più gioia. Vedere la mia arte esposta è un po' surreale e, a volte, non riesco a crederci.

Parliamo ora di moda. Le tue opere come Phoebe sono a dir poco stravaganti e dai colori vivaci, e spesso fanno riferimento alla pop art. Quindi, mi piacerebbe sapere se il tuo outfit preferito è altrettanto eccentrico.

(Ride, N.d.R.) No, vorrei che il mio look preferito fosse altrettanto eccentrico. Questo è il motivo per cui ho Phoebe, e perché penso di essere brava a vestirla. Posso essere quella persona che non posso essere nella vita attraverso Phoebe. Lei è davvero il mio alter ego!

Dimmi il tuo colore preferito da usare nelle tue opere, da fotografare e indossare.

Il rosa.

Ammiro davvero e provo una grande gioia quando vedo le tue opere in giro per le strade di New York City. Se nessuno ti ha mai detto grazie, allora lo faccio io adesso! È un sorriso, una risata, un'ispirazione per tutti noi newyorkesi. Quindi, Libby, dimmi cosa ti ha spinto a condividere il tuo lavoro in questo modo?

Grazie! Lo apprezzo. Sì, adoro gli adesivi e, crescendo, ho avuto un'enorme collezione di adesivi, quindi tutto è iniziato con un semplice adesivo ed eccoci qui!

Continuando con questo argomento, i social network sono diventati la principale piattaforma per condividere i tuoi lavori? Parlami del tuo rapporto con loro.

A parte la strada e le gallerie, Instagram è uno dei pochi posti in cui mostro la mia arte. Il vero atto di equilibrio sta nel cercare di non impantanarsi troppo nelle aspettative o preoccuparsi di starci dietro. È uno spazio dove tutto si muove molto velocemente e io ho scelto di rallentare un po', ma va bene. Penso di aver finalmente trovato il mio equilibrio.

Terminiamo con una nota più leggera. Hai un talento segreto che vorresti condividere con noi?

No, la mia arte è il mio talento, così come la scrittura. Quindi, quello che vedi è ciò che sono. Le cose che non vedi, non le ho ancora condivise... ma un giorno lo farò.

Ho usato il tempo a mia disposizione durante la pandemia per trovare dei modi di evolvere e ancora più ragioni per fare quello che faccio. Cerco sempre di sfruttare il mio tempo al meglio, perché il tempo è tutto ciò che abbiamo, finché non ne abbiamo più.