SPEDIZIONE GRATUITA SU TUTTI GLI ORDINI SOPRA I 100€
Carrello: (0)
icon-search
Cerca
Intervista

Isabella Cotier

‘Flora è una donna che ho visto in un caffè a Santo Spirito. Indossava un basco e un’enorme pelliccia. Mi è stato detto che, alle volte, le piace ballare da sola nel caffè’, ha dichiarato l’artista Isabella Cotier, in questa intervista rilasciata a TheCornerZine, a proposito del personaggio che ha ispirato la sua collaborazione con Gucci. Essendo Isabella una delle più promettenti illustratrici in circolazione, vi consigliamo di continuare a leggere per scoprire tutto quello che c’è da sapere su questa giovane creativa!

Innanzitutto, quando hai iniziato a disegnare?

Il disegnare è un qualcosa che ho sempre fatto. A scuola, avevo molti problemi e ho usato il disegno come via di fuga dalle pressioni quotidiane del sistema accademico. È un qualcosa che porto avanti da allora…

Isabella Cotier

Mi piace avere la sensazione di poter mescolare tra di loro diversi processi creativi, sperimentando. Al momento, quello che provo a raggiungere è un senso di libertà, energia e rilassatezza.

Isabella, in che modo definiresti la tua cifra stilistica?

Trovo il descrivere il mio stile personale alquanto difficile. Mi piace avere la sensazione di poter mescolare tra di loro diversi processi creativi, sperimentando. Al momento, quello che provo a raggiungere è un senso di libertà, energia e rilassatezza.

Ciò detto, quando hai realizzato di voler intraprendere una carriera nel mondo dell’arte?

Ero iscritta a un corso di laurea in ‘Pattern Cutting’, e un’insegnante ha notato uno dei album da disegno. Mi ha suggerito di prendere in considerazione la possibilità di cambiare corso. All’epoca, non immaginavo che l’illustrazione sarebbe poi diventata la mia carriera. Ho immediatamente cambiato corso e iniziato a lavorare da freelance, è stato un periodo molto emozionante.

Sei cresciuta a Firenze, ma ora vivi a Londra. Hai mai pensato di tornare a vivere a Firenze? Cosa ti manca di più dell’Italia?

Firenze è senza dubbio la città del mio cuore. Mi manca il calore della gente e l’attitude rilassata verso la vita. Per me, è un posto molto tranquillo. Penso spesso al tornare a vivere in Italia, ma per ora Londra è il posto dove mi sento motivata. L’energia della città fa sì che io sia ispirata ed entusiasta.

Cambiando argomento, chi è il soggetto ideale delle tue opere d’arte?

I personaggi dai quali sono attratta tendono a essere persone comuni che non hanno paura di essere diverse, la gente che è ad agio con se stessa. Ciò detto, quello che mi attira e incuriosisce è in continuo mutamento.

Come dicevamo prima, vivi a Londra. In che modo descriveresti la scena artistica londinese?

Non c’è una scena artistica londinese, ma molte! Questa è la cosa fantastica di Londra: l’ispirazione è infinita. Ci sono gli incredibili ‘graduate shows’, le gallerie indipendenti, i musei, le gallerie commerciali…ci sono sempre tante alternative!

Cosa fai per staccare la spina in una città così tanto frenetica?

Mi piace andare per musei. Infatti alcune gallerie, come la Wallace Collection, possono essere dei posti fantastici per riordinare le idee. Un’altra cosa che mi piace fare è frugare nei mercatini dell’usato.

Hai lavorato con il brand di lusso Gucci, realizzando una collezione di T-shirt e tote bag, che ritrae la gente di Firenze. Puoi dirmi qualcosa riguardo a Flora, uno dei personaggi facenti parte di questa collaborazione esclusiva?

Flora è una donna che ho visto in un caffè a Santo Spirito. Indossava un basco e un’enorme pelliccia. Mi è stato detto che, alle volte, le piace ballare da sola nel caffè. Dopo aver fatto altre domande, ho scoperto che un tempo era una ballerina. È la persona che ha ispirato la serie di ritratti di personaggi eccentrici che ho realizzato per Gucci.

Tornando alla mie prime domande, in che modo hai sviluppato il tuo stile?

Mi sono autoimposta di disegnare dal vivo quanto più mi è possibile. C’è sempre così tanto da imparare quando si tratta di disegnare, osservando la realtà circostante. Inoltre, frequento dei corsi ogniqualvolta mi è possibile. Per me, il disegnare è un continuo processo di apprendimento, e il modo in cui uno stile è sviluppato consiste nell’esplorare questo processo quanto più possibile.

Uno dei principali elementi della tua visione creativa è il colore, hai una palette colori preferita?

Sono attratta dalla palette colori di pittori come Chantal Joffe, Sanya Kantarovski, Craigie Aitchison e molti altri!

La stilista inglese Vivienne Westwood ha detto: ‘Non noto nessuno, a meno che non abbia un look fantastico, e qualche volta succede, ma quando accade si tratta solitamente di persone di 70 anni’. Sei d’accordo con lei? In fatto di moda, quali sono le tue fonti d’ispirazione?

Una persona può catturare la mia attenzione per molte ragioni diverse tra loro. Può essere un incredibile ‘storyteller', avere una postura interessate o una voce fuori dal comune. Ha raramente a che vedere soltanto con gli abiti che questa persona indossa.

Hai spesso il ‘blocco dello scrittore’? Come lo superi?

Quando ho iniziato a disegnare, mi è capito abbastanza spesso di avere il blocco dello scrittore. È necessario sviluppare delle strategie per evitare questi momenti ‘spaventosi’. Per esempio, se ho molto lavoro commerciale, ora mi assicuro di lavorare, al tempo stesso, su alcuni progetti personali. Così facendo, non perdo l’entusiasmo e la sfida con me stessa non va scemando. In ogni caso, è anche importante ricordarsi che, alle volte, è meglio fare un passo indietro.

Il giornalista e illustratore italiano Leo Longanesi disse: L’arte è un appello al quale troppi rispondono senza essere stati chiamati’. Cosa pensi a tale proposito?

Se il creare porta gioia alle persone, penso che sia un qualcosa che si debba essere incoraggiati a fare. L’arte può essere un processo molto lenitivo, e credo possa davvero aiutare molto persone.

Parliamo ancora di moda, in che modo ti vesti per un giorno nel tuo studio? C’è un capo, o un accessorio, senza il quale non potresti vivere?

Tendo a vestirmi nella maniera più comoda possibile. Quando mi trovo in studio, il focus è sul mio lavoro. Ciò detto, se dovessi scegliere un capo, sceglierei il mio enorme cappotto. Non sarei in grado di vivere senza questo cappotto durante l’inverno.

Isabella, stai lavorando ad ‘Another Place’, la tua residenza d’artista a Islington Square. Puoi darci una preview?

Per questa mostra e residenza, mi sono voluta mettere alla prova, passando dall’osservare all’immaginare. Tutto è ruotato attorno al volermi spingere fuori dalla mia 'comfort zone'. Ci sono disegni su larga scala, sculture e una serie di disegni basati su articoli di giornale che ho scelto in maniera del tutto casuale, come ad esempio: ‘Mangiare quel piatto ti potrebbe uccidere: il non prendere sul serio le intolleranze alimentari’. È stato interessante poter osservare l’evolversi di un contenuto visivo a partire da una singola parola. Anche lo sperimentare con le dimensioni delle mie opere è stato un processo interessante, che mi ha per altro portato a ottenere dei nuovi risultati, dato che di solito disegno delle vere e proprie miniature. Così facendo, sono infatti riuscita a creare un’esperienza più immersiva.

Concludiamo l’intervista con un’ultima domanda: qual è il tuo sogno nel cassetto?

Diventare una biologa marina. C’è così tanto che deve ancora essere scoperto sull’oceano!

Se il creare porta gioia alle persone, penso che sia un qualcosa che si debba essere incoraggiati a fare. L’arte può essere un processo molto lenitivo, e credo possa davvero aiutare molto persone.