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Intervista

Elbio Bonsaglio

Da modello a imprenditore, passando attraverso il mondo dei social. Di sicuro un ragazzo che non perde tempo e sa esattamente cosa vuole dalla vita. Elbio Bonsaglio, si racconta per TheCornerZine e ci spiega cosa accade davvero al Burning Man.

Indipendentemente dalla professione di Modello, Imprenditore e Influencer, chi è Elbio Bonsaglio? Riusciresti a descriverti?

Sono metà italiano e metà argentino, sono laureato in economia, ho sempre lavorato nella moda di cui mi piace la creatività e le sue dinamiche particolari. Mi piace moltissimo viaggiare e conoscere tanta gente e tante culture diverse. Sono fidanzato con Marta che sposerò ad Agosto, al burning man. Mi piace molto la musica techno, Vasco Rossi, stare a tavola con i miei amici, a cui voglio molto bene... e adoro la boxe.

Come è stato il passaggio da Modello a Imprenditore?

È stato un passaggio abbastanza naturale devo dire. Tutta la carriera da modello ho sempre avuto molto chiaro in mente che quello fosse solo un passaggio e che mi servisse per arrivare dove sono adesso. Ho cercato di ‘’rubare e imparare’’ il più possibile da chi aveva fatto con successo questo percorso prima di me.

Elbio Bonsaglio

Ho più di 30 tatuaggi e mi tatuo da quando ho 18 anni. Sulla mia pelle c’è la mia storia, da quando ho raggiunto la maggior età ad oggi. E ovviamente questa storia va avanti.

Quale è stato il momento che ricordi con più piacere della carriera di modello? E quello da imprenditore?

Della carriera da modello ricordo con piacere i primi lavori ‘’importanti’’, le campagne e le sfilate, che stanno a significare che in un certo senso hai successo in ciò che fai. Per lo stesso motivo, come imprenditore, l’ingresso nei primi negozi importanti (Selfridges, Harrod’s, Saks, Antonioli...) e le prime celebrities che hanno indossato il brand (Justin Bieber, The Weeknd, Chris Brown ecc).

Metà Italiano e Metà Argentino. Quali sono le caratteristiche che ti rispecchiano di più di entrambe queste culture?

Argentini e Italiani sono molto simili, sono popoli molto caldi e solari, rumorosi, non attenti alla perfezione o metodici ma piuttosto eccentrici e pittoreschi. Penso di essere un mix di tutte queste cose.

Sul web molto spesso si trovano fake news o news davvero superficiali, con contenuti non veritieri o solo ed esclusivamente non accertati alla fonte. Credi di avere una responsabilità su ciò che pubblichi sui tuoi social? Quanta superficialità c’è nel mondo degli influencer?

I social, così come la moda, sono dei mezzi di comunicazione, di espressione, mi piace raccontare un po’ di me, delle mie passioni e del mio modo di pensare, senza però eccedere. Se ‘’influenzi’’ hai una responsabilità, il fatto è che io non mi considero un influencer. Detto questo ovviamente cercherò sempre di dare un messaggio consapevole e responsabile, nei social ma soprattutto nella vita di tutti i giorni.

Hai recentemente fondato con la tua fidanzata Marta, un nuovo brand “Kids of Broken Future”. Ci spieghi che tipo di messaggio e prodotto vuoi comunicare?

KOBF è un brand streetwear con dei volumi e un estetica molto contemporanei. Sarà acquistabile solo online e si rivolge quindi a un pubblico giovane e digitalizzato. Il brand parte da una critica sociale: diversi studiosi prevedono che nel giro di 20 / 30 anni il nostro pianeta avrà subito dei danni irreversibili. Dal riscaldamento globale all’estinzione di diverse specie animali, inquinamento alle stelle e tante altre tragiche conseguenze del comportamento che la società ha avuto dall’inizio dell’industrializzazione e che nonostante tutto continua ad avere. Non possiamo indignarci davanti alle notizie sul giornale ma poi non fare nulla. Pensiamo che ognuno di noi dovrebbe impegnarsi ed avere un atteggiamento più responsabile. Dal momento che abbiamo l’ambizione di creare una community, di influenzare un pubblico giovane, vorremmo farlo mandando un messaggio consapevole. Avremo un estetica molto forte e irriverente, per scuotere la nostra audience e sottolineare il nostro disappunto. Collaboreremo sin dai primi passi con 2 charity, una in Cambogia ed una in Brasile. Useremo cotoni e stampe organiche e faremo del nostro meglio per produrre i capi in maniera sostenibile.

Parlando di Burning Man, ci racconti come nasce questa passione e cosa davvero succede li?

Il Burning Man è un posto incredibile. L’idea è quella della condivisione, quindi tutto ciò che si porta nel deserto è di tutti. Non esiste denaro a Black Rock City. In molti pensano che ci sia il baratto ma non è affatto così. Non si baratta assolutamente nulla, si regala e si ricevono regali. Quando una persona arriva al burning man per la prima volta, si sforza ad essere più gentile e più generoso con tutti. Dopo pochissimo tempo si renderà conto che quell’attitudine non è affatto uno sforzo ma, al contrario, la cosa più gratificante del mondo. Far stare bene gli altri, vivere con amore, è stupendo. Al Burning Man non esistono strette di mano, ma solo abbracci. Ognuno è la miglior versione di se stesso per vivere una settimana in cui un utopia diventa realtà. Io e la mia ragazza quest anno ci sposeremo al burning man, il martedì, nel deserto aperto, in quella che i burners chiamano ‘’la playa’’.

Sul tuo profilo instagram, si può notare che ami particolarmente fare Boxe. Come è nata questa passione e cosa ti piace particolarmente di essa?

Si effettivamente la boxe mi piace molto. La passione è nata da quando ero adolescente, è uno sport molto duro a livello fisico, per cui trovo che l’allenamento sia bellissimo, inoltre è uno sport molto tecnico e strategico, il che ovviamente mi incuriosisce. Infine non è uno sport per tutti, ci vuole del coraggio per salire sul ring, un coraggio un po’ ancestrale, che la società contemporanea non apprezza più del tutto. Io invece lo trovo stupendo.

Hai un’icona di stile?

Non lo so perché nei miei brand, nella maniera in cui comunico, cerco sempre di dare un taglio molto contemporaneo, innovativo e questo implica una rottura col passato, per cui faccio fatica a immaginare un uomo ‘’del passato’’ indossare un mio brand. Icone di stile che apprezzo ne ho diverse ovviamente: Gianni Agnelli, Slash, Kurt Cobain, Sid Vicious e altre.

Ami particolarmente viaggiare. Qual’è la città nel mondo che una persona almeno una volta nella vita deve vedere?

Whitheaven beach in Australia e il Burning man. Poi in realtà la cosa più bella del ‘’viaggiare’’ è scoprire come ogni cultura sia diversa e unica.

Capitolo Tattoo. Quanti ne hai? Quanti ne vorrai? Mi racconti un episodio particolare sulla nascita creazione di uno dei tuoi tatuaggi?

Ho più di 30 tatuaggi e mi tatuo da quando ho 18 anni, ossia da quando ho potuto cominciare visto che i miei genitori non volevano ne facessi. Da allora non ho mai smesso di tatuarmi: viaggi, esperienze, amicizie, relazioni, successi e insuccessi. Sulla mia pelle c’è la mia storia, da quando ho raggiunto la maggior età ad oggi. E ovviamente questa storia va avanti.

Esprimi un desiderio

Vorrei che il 2019 fosse un anno di svolta per me, sia a livello professionale che personale.