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Intervista

Lorenzo De Caro

‘Penso sia fondamentale, soprattutto per i giovanissimi, leggere i quotidiani la mattina, perché il mondo non è fatto solo di immagini, ma anche e soprattutto di parole’. Questo è uno dei numerosi consigli che il talent di origine napoletana, nonché contributor di alcune importanti testate, Lorenzo de Caro ha dato, in quest’intervista per TheCornerZine, a tutti coloro i quali desiderano seguire i suoi passi. Se volete saperne di più, continuate a leggere!

Lorenzo, sei nato e cresciuto a Napoli. Cosa ricordi ancora della tua infanzia?

Di ricordi ne ho tanti, ma fra tutti sicuramente il mare. Essendo Napoli una città in cui piove quaranta giorni l’anno, ogni qual volta c’era bel tempo costringevo la baby sitter a portarmi in spiaggia, che per fortuna non dista molto da casa mia. Ricordo con piacere anche i tempi delle scuole elementari: eravamo una classe bellissima e, soprattutto, alcuni dei miei compagni di banco sono, ancora oggi, tra i miei migliori amici.

Lorenzo De Caro

Le scarpe, come dico sempre, sono l’unico accessorio in grado di dare un tocco in più a qualsiasi look.

Hai studiato Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Se potessi cambiare qualcosa nell’ambito del sistema educativo italiano, cosa sarebbe?
Aggiornerei i contenuti dei corsi universitari, dando maggior rilievo all’importanza del mondo dei social network, che ha dimostrato, e continua a dimostrare ancora oggi, la sua potenza. Ad esempio, in questo difficile momento, attraverso i social siamo riusciti a promuovere iniziative benefiche, raggiungendo obiettivi incredibili. Tutti dovrebbero imparare a usarli con intelligenza!

Nel 2013, hai creato un blog con il quale hai riscosso un grande successo. Cosa pensi lo abbia determinato?
Provando a essere la versione migliore di me stesso, senza mai cadere nel banale e cercando di non omologarmi con la massa. Ad aiutarmi è stata anche la mia continua ricerca di contenuti che possano essere d'ispirazione per chi mi segue, e quindi non solo legati al cosiddetto ‘outfit of the day'.

Tra Napoli, Milano e Londra, viaggi molto per lavoro. Cosa porti sempre con te della tua città natale?
La libertà e il coraggio di osare, che a mio avviso sono le principali caratteristiche della mia città, nel bene e, purtroppo, nel male.

In questi anni, hai collaborato con svariate pubblicazioni. Fra tutte, a incuriosirmi è la collaborazione con il Corriere della Sera. Com’è nata? Pensi che questa collaborazione abbia segnato un punto di svolta nella tua carriera?
Ho iniziato nel 2013 con il Corriere del Mezzogiorno, edizione campana del Corriere della Sera, grazie al quale sono, per altro, diventato un giornalista pubblicista. Dopo quasi tre anni, sono approdato su Moda Corriere, con cui tutt’ora collaboro. Di sicuro, l’approccio giornalistico mi ha aiutato a dare un taglio diverso a tutto ciò che comunico via social network e, senza dubbio, a raccontare di me che, anche se non si direbbe, sono molto introverso su certi aspetti.

Con oltre 120 mila follower su Instagram, hai un seguito notevole. Qual è il tuo rapporto con i social network? Ti è mai capitato di risentire delle pressioni esercitate dai social e dai cosiddetti ‘haters’?
Diciamo di no, perché i contenuti da me proposti sono più che altro di tipo ispirazionale. Anche gli account che seguo non sono molto interattivi con la propria fan base, ma fungono per lo più da spunto e ispirazione su come interpretare la realtà dei nostri giorni.

Lorenzo, come si potrebbe descrivere il tuo armadio?
Troppo piccolo rispetto al quantitativo di vestiti e accessori che possiedo. Ho capi molto simili fra loro, poiché credo nel possedere vestiti che, una volta abbinati, possano funzionare in qualsiasi situazione. Per quanto riguarda i colori, il nero e blu notte sono, per me, una vera garanzia.

Parlando della tua carriera, qual è il progetto che ricordi sempre con piacere? E qual è una sfida che hai dovuto affrontare?
Nel mio lavoro, tutto è una sfida, perché cerco sempre di dare il meglio di me. Di progetti belli ce ne sono stati tanti, ma più che alle singole collaborazioni, sono molto legato ad alcuni brand, con i quali lavoro da diversi anni.

Tornando al tuo guardaroba, c’è un capo al quale sei particolarmente legato?
Le scarpe, come dico sempre, sono l’unico accessorio in grado di dare un tocco in più a qualsiasi look. Ne ho tantissime paia e, purtroppo, anche qui compro quasi sempre lo stesso modello, ma di marchi diversi.

Pensi che il tuo ‘signature look’ sia cambiato da quando hai cominciato a lavorare nell’ambito del fashion?
Sì, molto. Più che cambiato, si è evoluto, andando di pari passo con la mia crescita professionale e personale.

Qual è il miglior consiglio che ti abbiano mai dato?
Di rimanere sempre me stesso, cosa che faccio da quando sono piccolo, nonostante non abbia sempre un buon carattere.

Lorenzo, se potessi tornare indietro nel tempo, faresti qualcosa diversamente?
No, perché gli errori servono a crescere e, senza di questi, forse non avrei raggiunto gli obiettivi che mi ero prefissato.

Hai un qualche suggerimento per tutti coloro i quali desiderano seguire i tuoi passi?
Non fatevi influenzare da nessuno, e non credete a chi dice che il mondo dei talent finirà: se sei bravo e sai come arrivare alle persone che ti seguono, resterai a galla. Credo sia necessario imparare a creare dei contenuti di spessore e non pubblicare mai tanto per il gusto di farlo. Detto ciò, penso sia fondamentale, soprattutto per i giovanissimi, leggere i quotidiani la mattina, perché il mondo non è fatto solo di immagini, ma anche e soprattutto di parole.

Per concludere, quali sono i tuoi sogni per il futuro? C’è un qualche traguardo che vorresti raggiungere?
Sono scaramantico, questa domanda la passo al prossimo intervistato!

Hai studiato Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Se potessi cambiare qualcosa nell’ambito del sistema educativo italiano, cosa sarebbe?
Aggiornerei i contenuti dei corsi universitari, dando maggior rilievo all’importanza del mondo dei social network, che ha dimostrato, e continua a dimostrare ancora oggi, la sua potenza. Ad esempio, in questo difficile momento, attraverso i social siamo riusciti a promuovere iniziative benefiche, raggiungendo obiettivi incredibili. Tutti dovrebbero imparare a usarli con intelligenza!

Nel 2013, hai creato un blog con il quale hai riscosso un grande successo. Cosa pensi lo abbia determinato?
Provando a essere la versione migliore di me stesso, senza mai cadere nel banale e cercando di non omologarmi con la massa. Ad aiutarmi è stata anche la mia continua ricerca di contenuti che possano essere d'ispirazione per chi mi segue, e quindi non solo legati al cosiddetto ‘outfit of the day'.

Tra Napoli, Milano e Londra, viaggi molto per lavoro. Cosa porti sempre con te della tua città natale?
La libertà e il coraggio di osare, che a mio avviso sono le principali caratteristiche della mia città, nel bene e, purtroppo, nel male.

In questi anni, hai collaborato con svariate pubblicazioni. Fra tutte, a incuriosirmi è la collaborazione con il Corriere della Sera. Com’è nata? Pensi che questa collaborazione abbia segnato un punto di svolta nella tua carriera?
Ho iniziato nel 2013 con il Corriere del Mezzogiorno, edizione campana del Corriere della Sera, grazie al quale sono, per altro, diventato un giornalista pubblicista. Dopo quasi tre anni, sono approdato su Moda Corriere, con cui tutt’ora collaboro. Di sicuro, l’approccio giornalistico mi ha aiutato a dare un taglio diverso a tutto ciò che comunico via social network e, senza dubbio, a raccontare di me che, anche se non si direbbe, sono molto introverso su certi aspetti.

Con oltre 120 mila follower su Instagram, hai un seguito notevole. Qual è il tuo rapporto con i social network? Ti è mai capitato di risentire delle pressioni esercitate dai social e dai cosiddetti ‘haters’?
Diciamo di no, perché i contenuti da me proposti sono più che altro di tipo ispirazionale. Anche gli account che seguo non sono molto interattivi con la propria fan base, ma fungono per lo più da spunto e ispirazione su come interpretare la realtà dei nostri giorni.

**Lorenzo, come si potrebbe descrivere il tuo armadio? **
Troppo piccolo rispetto al quantitativo di vestiti e accessori che possiedo. Ho capi molto simili fra loro, poiché credo nel possedere vestiti che, una volta abbinati, possano funzionare in qualsiasi situazione. Per quanto riguarda i colori, il nero e blu notte sono, per me, una vera garanzia.

Parlando della tua carriera, qual è il progetto che ricordi sempre con piacere? E qual è una sfida che hai dovuto affrontare?
Nel mio lavoro, tutto è una sfida, perché cerco sempre di dare il meglio di me. Di progetti belli ce ne sono stati tanti, ma più che alle singole collaborazioni, sono molto legato ad alcuni brand, con i quali lavoro da diversi anni.

Tornando al tuo guardaroba, c’è un capo al quale sei particolarmente legato?
Le scarpe, come dico sempre, sono l’unico accessorio in grado di dare un tocco in più a qualsiasi look. Ne ho tantissime paia e, purtroppo, anche qui compro quasi sempre lo stesso modello, ma di marchi diversi.

Pensi che il tuo ‘signature look’ sia cambiato da quando hai cominciato a lavorare nell’ambito del fashion?
Sì, molto. Più che cambiato, si è evoluto, andando di pari passo con la mia crescita professionale e personale.

Qual è il miglior consiglio che ti abbiano mai dato?
Di rimanere sempre me stesso, cosa che faccio da quando sono piccolo, nonostante non abbia sempre un buon carattere.

Lorenzo, se potessi tornare indietro nel tempo, faresti qualcosa diversamente?
No, perché gli errori servono a crescere e, senza di questi, forse non avrei raggiunto gli obiettivi che mi ero prefissato.

Hai un qualche suggerimento per tutti coloro i quali desiderano seguire i tuoi passi?
Non fatevi influenzare da nessuno, e non credete a chi dice che il mondo dei talent finirà: se sei bravo e sai come arrivare alle persone che ti seguono, resterai a galla. Credo sia necessario imparare a creare dei contenuti di spessore e non pubblicare mai tanto per il gusto di farlo. Detto ciò, penso sia fondamentale, soprattutto per i giovanissimi, leggere i quotidiani la mattina, perché il mondo non è fatto solo di immagini, ma anche e soprattutto di parole.

Per concludere, quali sono i tuoi sogni per il futuro? C’è un qualche traguardo che vorresti raggiungere?
Sono scaramantico, questa domanda la passo al prossimo intervistato!