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Intervista

Damiano Carrara

Damiano Carrara è noto al grande pubblico per essere uno dei pasticceri più affascinanti e bravi del piccolo schermo. Noi di TheCornerZine abbiamo avuto il grande piacere di incontrarlo e siamo riusciti a fargli svelare qualche segreto su come la sua carriera è iniziata e su come i bignè gli abbiamo fatto capire che era sulla strada giusta.

Come ti sei avvicinato al mondo della pasticceria? Ci racconti il tuo percorso e soprattutto i tuoi inizi?

Prima di lavorare nella pasticceria, mi sono avvicinato al mondo della ristorazione in generale. Sin da ragazzo ho fatto il bartender e quando mi sono trasferito in Irlanda ho continuato a fare questo mestiere. Anche a Los Angeles, dove sono andato a vivere successivamente, ho iniziato a lavorare sempre come bartender al Cafè Venezia. Oltreoceano ho trovato la mia vera strada nel mondo della pasticceria perché mi sono accorto che lì mancava la vera e propria pasticceria tradizionale italiana. Da questa intuizione è nata la Carrara Pastries: mio fratello Massimiliano, pasticcere con una lunga esperienza a Lucca, mi ha raggiunto in America. Abbiamo iniziato a proporre le ricette tradizionali italiane rivisitate in chiave moderna e preparate con ingredienti di altissima qualità, ed è stato un successo che oggi ci porta ad avere due punti vendita e prossimamente apriremo anche il terzo a Pasadena.

Damiano Carrara

Non vivo di rimpianti. La vita è fatta di scelte che possono essere giuste o sbagliate, ma in generale non mi piace guardarmi indietro.

A 19 anni hai deciso di lasciare un contratto a tempo indeterminato per viaggiare per l’Irlanda. Posso chiederti se oggi, dovendo tornare indietro, sceglieresti di comportarti esattamente come hai fatto?

Assolutamente sì, vuol dire che la scelta migliore che potessi fare in quello momento. Non vivo di rimpianti. La vita è fatta di scelte che possono essere giuste o sbagliate, ma in generale non mi piace guardarmi indietro.

Ci racconti cosa ti accomuna a una Honda Accord del 1990 alla tua vita?

Era la prima macchina che ho comprato in America. Una volta scaduto il visto, sono dovuto rientrare in Italia, con l’obiettivo di rientrare in America prima possibile. Infatti, non avevo disdetto la camera che avevo preso in affitto vicino la Mulholland Drive e lì avevo lasciato tutti i miei vestiti e anche la macchina. Un po’ per scaramanzia e un po’ per avere una spinta in più per tornare, anche se non mi serviva.

Quale percentuale di Made in Italy e quale di Made in Usa c’è nel tuo lavoro? E nella tua vita?

Da qualche anno sto passando più tempo in Italia perché sono sempre impegnato nelle registrazioni dei programmi per Discovery. Tuttavia, sono anche sempre connesso con mio fratello e i nostri manager che gestiscono i negozi che in America. Soprattutto in questo periodo, seguo quotidianamente tutto quello che succede dall’altra parte del mondo quindi direi un 50% e 50%.

Una domanda che faccio sempre quando intervisto persone particolarmente abili in cucina la voglio fare anche a te: Io non sono per nulla bravo a cucinare. Se dovessi insegnarmi un solo dolce da fare, quale sarebbe (ricordati che hai di fronte a te, una persona assolutamente incapace)?

Sicuramente il tiramisù, perché è molto semplice e buono. Se hai degli ospiti a cena, puoi stupirli con questo dolce facile ma che fa sempre un bell’effetto.

Qual è il tuo cavallo di battaglia in cucina? Un dolce che sapresti cucinare anche ad occhi chiusi e che sai che il risultato sarà sempre prefetto?

Non credo di averne, perché chi come me lavora nel mondo della pasticceria e della ristorazione in generale, deve saper fare un po’ tutto. In particolare, la pasticceria richiede di seguire le dosi precise degli ingredienti e i vari passaggi. Sono sempre attento fino al dettaglio, per far sì che tutto mi riesca. Ovviamente nessuno è perfetto, a volte sbaglio, ma gli errori sono anche uno stimolo per migliorare sempre.

Ti ricordi quale è stato il primo dolce che hai cucinato e che ti ha fatto capire che forse la strada del pasticcere fosse quella giusta?

I bignè, che ho preparato con mio fratello. Ho preparato tanti di quei bignè appena abbiamo aperto i negozi in America!

Passi buona parte della tua giornata dietro ai fornelli. Ma quando non indossi il camice da pasticcere, cosa ti piace fare? Hai hobby o passioni?

Lavoro tanto quindi ho poco tempo libero, e direi che non ho particolari hobby, se non proprio quello di allenarmi. Mangiando molti dolci, cerco sempre di ritagliare tutti i giorni un po’ di tempo per tenermi in forma con i classici allenamenti a corpo libero.

In cucina o nei tuoi programmi televisivi, indossi principalmente la tua divisa da pasticcere. Ma nella vita quotidiana, quando non lavori, cosa ti piace indossare? Segui la moda e le tendenze?

Visto il lavoro che faccio, cerco di essere sempre comodo e sportivo con jeans e maglietta anche al di fuori del laboratorio, soprattutto quando sono in California, dove fa più caldo. Quando so di avere un’occasione importante, indosso completi eleganti, ma sostanzialmente semplici e che mi facciano sentire sempre a mio agio.

“In mezzo a qualsiasi difficoltà si trova un’opportunità”: questa è la frase che possiamo incontrare appena entriamo nel tuo blog. Ci racconti di una difficoltà che hai avuto nella vita che ti ha permesso di trasformarla in opportunità?

Di difficoltà ce ne sono state tante, dal mio trasferimento in America all’apertura del primo negozio, che era uno spazio piccolissimo, che ho dovuto trasformare completamente. Ecco, in realtà penso che a volte, se guardi le cose con la giusta ottica, i problemi possono essere anche la soluzione, questa è una cosa che ho avuto modo di sperimentare nelle mie esperienze professionali.

Sul tuo blog ho notato una divertente sezione di Gif. A questo proposito, rispondi mai a messaggi che ricevi utilizzando una tua Gif? Qual è quella che utilizzi maggiormente?

In realtà non le uso molto, sono più i miei follower a usare le mie Gif. Quella più utilizzata è sicuramente “Bellino”.

Sul tuo IG hai una fan base di circa 1M di followers. Qual è il tuo rapporto con i social e con i tuoi followers//popolarità. Sei una persona che non può vivere senza social o li usi solo per scopi professionali?

Li uso principalmente per scopi professionali, fanno parte del mio mestiere e del mio lavoro. I social, soprattutto in questo periodo, ci connettono e ci fanno sentire tutti più vicini. Cerco di intrattenere i miei follower proponendo quasi quotidianamente nuove ricette da poter fare a casa e sono felice quando i fan mi mandano le foto dei loro dolci. Tuttavia, distinguo molto il personaggio pubblico da quello privato quindi cerco di non abusare dei social e soprattutto li utilizzo per parlare principalmente della mia professione.

Se dovessi descrivere la tua personalità con un dolce, quale sarebbe e perché?

Lo zuccotto, perché rappresenta me e le mie origini.

Esprimi un desiderio!

Mi piacerebbe aprire un negozio di pasticceria a Lucca, l’idea è già in piedi ma l’attuale emergenza ha fermato tutto. Vorrei ritornare appena possibile a lavorare su questo progetto per farlo diventare realtà.

Sono sempre attento fino al dettaglio, per far sì che tutto mi riesca. Ovviamente nessuno è perfetto, a volte sbaglio, ma gli errori sono anche uno stimolo per migliorare sempre.