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Intervista

Angelo Recchia

Se oggi sono in grado di parlare di me stesso con tanta consapevolezza, lo devo alla danza’. Queste sono le parole di Angelo Recchia, il ballerino di origini romane che si è fatto conoscere dal grande pubblico sul palco del talent show Amici. Tra sogni, ostacoli superati e traguardi raggiunti, Angelo ha ripercorso, insieme a noi di TheCornerZine, la strada che lo ha portato a essere il danzatore che tutti conosciamo e apprezziamo. Se vuoi saperne di più, continua a leggere e non perdere l’intervista di questa settimana ad Angelo Recchia!

Innanzitutto, qual è stato il tuo primo approccio con il mondo del ballo?

Avevo 8 anni e la voglia di giocare con i miei amici. Tutti si divertivano con iI pallone, ma il calcio non faceva per me. Ho quindi alzato il volume della musica e iniziato a giocare con il mio corpo.

Angelo Recchia

Credo la danza sia di tutti e per tutti, ma un grande artista ha dentro di sé un mondo che va al di là del virtuosismo.

La danza è una disciplina artistica che richiede dedizione, impegno e sacrificio, ma quali sono a tuo parere le qualità che fanno di un ballerino un grande artista?

Credo la danza sia di tutti e per tutti, ma un grande artista ha dentro di sé un mondo che va al di là del virtuosismo. La creatività non appartiene a tutti, e penso che sia la qualità primaria di un grande artista. La capacità di vedere colori dove non ce ne sono, di amplificare la realtà e costruire sogni nel concreto non è un qualcosa che s’impara.

Ciò detto, qual è stato il momento nel quale hai pensato: ‘Wow, ce l’ho fatta!’?

Credo che la vera motivazione parta da noi stessi. Cerco sempre di guardare l’obbiettivo da non troppo lontano e di vederlo come un qualcosa di realizzabile, motivo per il quale ogni mio traguardo è un continuo ‘Wow, c’è l’ho fatta!’.

Angelo, sei nato e cresciuto a Roma, ma vivi a Los Angeles. Cosa ti ha spinto a trasferirti oltreoceano? A livello artistico, quali sono le principali differenze tra l’Italia e l’America?

Ho sempre avuto questo sogno nel cassetto. Sono infatti cresciuto con il mito americano: dream big! Ho lavorato molto in Europa e ho pensato che fosse giusto realizzare il mio sogno di bambino, per non essere vittima di un rimpianto domani. Il nostro è uno ‘short business’ e, per quanto io sappia per certo che ballerò per sempre, so anche che il tempo ha fissato una scadenza per le mie gambe e la mia schiena. Ora ci sono, e voglio girare il mondo con la mia arte. L’America offre quest’opportunità e infinite altre. Il ballerino è un artista e un lavoratore serio, così come l’attore, il cantante, l’infermiere e il geometra. L’Italia è il paese che amo visceralmente, il MIO paese. Vantiamo bellezza e cultura, ma nella mia industria siamo i dimenticati, i non necessari, gli extra, il contorno, il lusso che non ci si può permettere.

Facendo un passo indietro, qual è stata l’esperienza che ti ha messo più alla prova? E quella che ti ha più arricchito?

Amici è stato un’esperienza meravigliosa che ricordo con immenso affetto. Un lavoro faticosissimo, che mi ha però messo in contatto con persone meravigliose, grandi artisti e lavoratori. Ho imparato anche solo guardando, nonostante io non abbia mai partecipato al programma come concorrente, ma solo come professionista. I talent show danno visibilità all’arte dello spettacolo in tutte le sue forme. Viviamo in un paese dove pochi hanno il coraggio d’investire su di noi, quindi ben venga istruire il pubblico alla danza con un mezzo così semplice e diretto come la televisione. Se mi proponessero di condurne uno? Direi assolutamente di sì!

Angelo, parliamo di moda. In che modo descriveresti il tuo stile personale? Qual è il capo, o l’accessorio, dal quale non riusciresti a separarti?

La moda cambia, così come cambiano i tempi. Attraverso di essa, abbiamo però modo di riviverli: grazie alla moda, posso dire di aver vissuto tanto nel ’600 quanto negli anni ’20 e ‘70! Amo il mio lavoro anche per questo! Personalmente, sono sempre stato affascinato dallo stile androgino, dall’ambiguo. Detto ciò, riesco a separarmi da tutto, ma ho un’ossessione particolare per gli orecchini.

Durante la quarantena, ti sei dedicato – anima e corpo – alla creazione artistica, realizzando collage e dipinti a olio. Quando hai scoperto di avere questo particolare talento? Si tratta di un qualcosa che vorresti portare avanti e sviluppare?

Ricorderò la quarantena per tutta la vita, come penso tutti noi. Ho deciso di dare libero sfogo a una creatività ‘pratica’, del tutto improvvisata e in grado di trattenere il ricordo di un periodo così difficile. Ogni quadro, o paperwork, racchiude un momento che ho vissuto in quei mesi. Se lo porterò avanti? Chissà…

Soffermiamoci per un’istante sui social network. Qual è il tuo rapporto con i tuoi 69,1 mila follower? Quali emozioni hai provato quando, nonostante la tua riservatezza, hai fatto coming out su Instagram, condividendo un aspetto così privato della tua vita con i tuoi fan?

Ho un rapporto strano con i social network. Fino a pochi mesi fa, quei 69 mila follower erano 76 mila…devo aver sbagliato qualcosa! (Ride, N.d.R.) A essere sincero, non m’interessa, anzi mi fa sorridere. Sono una persona estremamente trasparente, che ha però dei momenti di totale chiusura. Utilizzo i social in modo casuale, anche se per i post mi viene naturale pensare a un qualcosa di più costruito. La storia del famoso coming-out è divertente: se cerchi il mio nome su internet, esce prima che sono gay e poi che sono un danzatore. La cosa non mi dà fastidio, anzi. Grazie a quell’episodio, ho infatti ascoltato tanti giovani ragazzi che mi hanno chiesto aiuto e raccontato le loro storie! Tutti abbiamo un vissuto traumatico alle spalle, ma è bello farsi forza a vicenda!

Tornando alla danza, la ballerina, coreografa e insegnante Pina Bausch ha detto: ‘Certe cose si possono dire con le parole, altre con i movimenti. Ci sono anche dei momenti in cui si rimane senza parole, completamente perduti e disorientati, non si sa più che cosa fare. A questo punto comincia la danza’. Concordi con lei? Credi la danza ti abbia, per l’appunto, offerto il suo conforto e permesso di superare i momenti più difficili, come un’amica sulla quale puoi sempre far affidamento?

La dea Pina Bausch aveva ragione! Se oggi sono in grado di parlare di me stesso con tanta consapevolezza, lo devo alla danza. Impossibile scindere la sfera privata dall’arte, perché ne diventa parte integrante! È un’amica e una nemica, la amo e la odio, mi ci avvicino e mi ci allontano…è un po’ come la vita!

Angelo, qual è il miglior consiglio che ti abbiano mai dato?

Forse non sembra un consiglio, ma per me lo è: ‘Lascia il tuo profumo!’. Me lo dice sempre mia madre prima di ogni arrivederci, come a dire: ‘Abbandonati alla vita e lascia un bel ricordo di te!’.

Continuando su questa linea, hai un consiglio per tutti coloro i quali sono vittime di bullismo per via del loro orientamento sessuale, della loro forma fisica o del colore della loro pelle?

Mi ripeto sempre che il mondo è perfido, ma se lo si guarda negli occhi, prima o poi abbassa lo sguardo.

Infine, qual è la domanda che non ti è mai stata fatta e alla quale avresti sempre voluto rispondere?

‘Che rapporto ha Angelo con il suo io bambino?’, e la risposta è…Angelo è un bambino!